Eugenio Agneni (1816 - 1879)

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Eugenio Agneni (Sutri 1816 - Frascati 1879) è stato un pittore italiano del XIX secolo. Nato il 26 gennaio 1816 a Sutri, vicino a Roma. Fin da giovane, è stato affidato dal padre al pittore Erzoche, che lavorava a Roma. Tuttavia, poco dopo, passò nello studio del bergamasco Beretta e infine, nel 1833, all'età di 17 anni, venne accolto nello studio del Coghetti. Il suo primo lavoro fu un San Giovanni nel 1836, da cui iniziò un'attività che ebbe grande successo. Agneni dipinse ad olio e a fresco, trattando soggetti sacri, profani, storici, mitologici, guerreschi, ecc., tutti con grande arte e profonda sapienza.

Nel 1850 esponeva a Genova quattro importanti quadri. Nel 1855 espose a Parigi Eva spaventata dalla vista del serpente che le rammenta la sua prima colpa, dipinto che eseguì a Londra per conto di Lord Dagrj. Nel 1858 inviava al Salone di Parigi "Le ombre dei grandi fiorentini protestanti contro il dominio straniero", attualmente conservato nel Museo Civico di Torino. Agneni lavorò a Genova, dove dipinse nel Palazzo Rocca e affreschi raffiguranti "Le fasi della vita Umana" e "Italia", e nel Palazzo Piuma, "Il genio della libertà presenta il trionfante del suo principio". A Savona, lavorò nella cattedrale col maestro Coghetti, mentre a Firenze dipinse tratti della marchesa Corsi-Salviati e del di lei figlio. Tra le sue opere pregevoli ci sono "Leonida alle Termopili", proprietà del duca Sforza Cesarini; "Un banchetto nuziale Presso Lecco", proprietà di Bernardo Fabricotti; "Corsa sulla Senna fatta da italiani, francesi e inglesi", proprietà del barone Riso di Palermo; e "Le provincie italiane riunite in genale convegno vedono approssimarsi la sorella Roma".

In ogni figura ha riprodotto il ritratto di dame appartenenti ad illustri famiglie italiane. Agneni era anche un ardente patriota e prode soldato. Partecipò ai fatti d'arme più importanti del Risorgimento, tra cui Cornuda, Mestre e Vicenza, dove fu ferito. Nel 1849 si distinse nella difesa di Roma. Comandava un battaglione di volontari e con abile mossa, di sua iniziativa, respinse le truppe francesi infliggendo loro gravi perdite. Ma nonostante ciò, Roma fu costretta ad arrendersi il 2 luglio 1849, e Agneni dovette prendere la via dell'esilio.

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